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Kiran Seeff

BLOG 1

Più che un ruolo solamente sostantivo, il cibo ha una presenza emozionale nella nostra vita, sia nella vita quotidiana che nella vita in generale. Questa idea deriva dalla lega biologica tra il nostro cervello e certe emozioni forti legate ai sapori o profumi – entrambi aspetti essenziali del cibo buono. Serve per spiegare perché alcuni sentono tristezza nell’annusare il profumo di un ex-fidanzato, oppure amore nell’assaggiare la minestra della mamma. Per noi, il cibo è l’emozione perché ci può fare ricordare dei periodi passati nella vita. Clara Sereni fa un ottimo lavoro nel catturare le emozioni dei tempi passati utilizzando il cibo come strumento letteraria. La Sereni e il cibo formano una bella coppia perché le emozioni di cui parla la Sereni sono spesso complessi e difficili, e il cibo serve per spiegare in una maniera comprensibile da tutti. Per esempio, quando la Sereni ci racconta la storia della sua amica Beatrice, parla di un’emozione composta da tradimento, rabbia, ed empatia – in altre parole, molto complessa. Perciò usa il sapore della zuppa di cipolla per innanzitutto farci immaginare certi sapori, e poi per spiegare quali sono le emozioni legate a quei sapori per lei. In questo modo, la Sereni crea un ambiente emotivo molto potente e descrittivo.

BLOG 2

Finora ne ho fatto due registrazioni, una presentazione in classe sul Palio di Siena, una presentazione sul Ventennio Fascista e moltissime attività di ascolto, le più recenti di cui sono state a proposito del Fascismo e della vita di Primo Levi nel campo di concentramento Auschwitz. Innanzitutto questi soggetti sono stati molto interessanti; mi piace molto la storia perché è capace di dare un contesto a tutti gli eventi importanti della nostra esistenza umana. Mi sono accorto anche di una connessione tra la poesia Se questo è un uomo di Primo Levi e il libro Eichmann a Gerusalemme di Hannah Arendt; entrambi avvertono contro i pericoli del dimenticare gli orrori dell’Olocausto. Inoltre le attività mi hanno aiutato a migliorare il mio Italiano parlato e scritto; sto scoprendo dei piccoli errori che faccio mentre parlo, e tutto questo serve per raggiungere il mio obiettivo di poter parlare come se l’Italiano fosse la mia madrelingua.

BLOG 3

Il romanzo Una Storia Semplice di Leonardo Sciascia racconta le sfide affrontate dal sistema di giustizia in Sicilia, a causa della corruzione. Il protagonista, un brigadiere appassionato dal suo mestiere è improvvisamente gettato in mezzo all’omicidio di Giorgio Roccella, un diplomatico trasferitosi all’estero. Mentre tutti i suoi colleghi sono convinti che Roccella si è suicidato, il brigadiere sembra l’unico poliziotto con la voglia di scoprire la verità. Con l’aiuto del Professore Franzò, un caro amico del morto, il brigadiere è determinato a consegnare alla giustizia l’assassino di Roccella, nonostante gli ordini dei suoi capi. Alla fine del romanzo, il brigadiere è il professore scoprono che il commissario, il capo del brigadiere, era coinvolto nell’omicidio. Mentre questo tradimento del commissario è un esempio ovvio di corruzione nella polizia siciliana, si capisce che la polizia è inefficiente a causa della burocrazia e la pigrizia dei poliziotti e ufficiali. In tutto il romanzo, Sciascia suggerisce che i veri proponenti della giustizia non sono i poliziotti, ma le persone oneste, determinate, e razionali.

BLOG 4

Durante l’ultima parte del semestre, abbiamo guardato due film neorealisti: Ladri di biciclette diretto da Vittorio De Sica, e Roma Città Aperta diretto da Roberto Rossellini. Guardando i film, si vedono all’istante gli aspetti tipici del neorealismo: la maggior parte dei film sono girati all’esterno (tranne alcune scene), e questo serve per mostrare lo stato del paese nel dopoguerra in maniera naturale. Mi è venuto in mente la sensazione che tutta l’Italia dopo la guerra era stanca di fingere che abitassero in un paese perfetto. Le opere culturale fasciste volevano creare l’idea di un Italia ricca e potente. Invece la realtà economica fu sentita per la maggior parte delle persone normali, e perciò la gente voleva un cambiamento radicale verso la situazione reale. Mi ha fatto pensare anche delle situazioni dei paesi autoritari, come la Cina per esempio. A causa di una mancanza di trasparenza politica, molte misure economiche e politiche sono falsificate per creare l’idea di un paese ricco. Magari ci si può aspettare un cambiamento culturale in Cina nel futuro, come quello che è successo in Italia.

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